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giovedì 3 febbraio 2011

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domenica 30 gennaio 2011

Non c'è più Fede


Ha commesso troppi errori e perfino qualche sgarro: il Cavaliere vuole sacrificare il giornalista che più lo incensava. E che adesso ha il destino segnato: a giugno, quando compirà 80 anni, sarà gentilmente invitato a lasciare il "suo" Tg

E dopo Lady Diana, i Savoia e papa Giovanni XXIII, la puntata del 12 ottobre ha incensato Emilio Fede: "Vite straordinarie", il programma di Rete 4 sui protagonisti del Novecento, era dedicata a lui, il direttore del Tg della stessa rete. Un caso unico, tra i network dell'Europa intera. E tuttavia le figlie, Sveva Fede (in Borghini Baldovinetti, nobiltà aretina) e Simona Fede (sposata a Vittorio Marzotto, e da suo padre nel 2004 raccomandata a Sandro Bondi per candidarla alle europee con Forza Italia), interpellate, si sono rifiutate di apparire nella puntata-omaggio. Clima gelido, in famiglia. E non era ancora successo niente.

L'uragano arrivò due settimane dopo.
A fine ottobre Emilio Fede, 79 anni, con l'agente Lele Mora, pregiudicato per vecchie storie di cocaina, fallito a giugno con un buco di 19 milioni, finiva sotto inchiesta per favoreggiamento della prostituzione in seguito al caso Ruby e alla girandola di ragazze e bustarelle tra la villa di Arcore del suo editore, Silvio Berlusconi, primo ministro, e il Residence Olgettina (vox populi: Orgettina) dove una consigliera regionale, Nicole Minetti, secondo i magistrati smistava alloggi alle giovani mantenute. Fede (che nega) avrebbe anche proposto a Mora, approfittando dei suoi guai finanziari, di spartirsi un prestito di Berlusconi da 1,2 milioni, due terzi a Mora e un terzo a lui. E ora il Cavaliere è irritato anche con lui, il beniamino dei telespettatori, per quello che suona come un imbroglio e un tradimento.

Necrologio a Berlusconi


Polveriera Egitto. Prima parte.

l quinto giorno di protesta, ieri al Cairo, era iniziato in modo pacifico. Nella notte la Polizia aveva abbandonato le strade, lasciando il posto all’Esercito. Una richiesta, questa, arrivata proprio dai manifestanti. I giovani, che da tutte le grandi arterie affluivano verso Piazza Tharir, scandivano slogan contro il Raìs: “Elshab yoread isqat el-Raìs”, il popolo vuole che il Raìs vada via. Qualcuno prendeva a scarpate una gigantografia di Mubarak. Circondata da blindati e carro armati, la piazza è andata riempiendosi fin dalle prime ore del mattino. Mohammed, egiziano, 26 anni e un italiano fluente, sventola la bandiera nazionale. “Se il dittatore pensa che facendo un nuovo governo ha chiuso i conti con gli egiziani, si sbaglia. Deve andarsene, dopo 30 anni deve andare via, con tutti i suoi figli”.

Ruby ospite in discoteca”. Ma l’annunciato diventa un flop

La ragazza probabilmente non è più una macchina da soldi. Neanche quando smette i panni dellaKarima El Mahroug intervistata da Alfonso Signorini e torna a essere Ruby Rubacuori, mordicchiandosi le labbra e sorseggiando champagne a ritmo di musica tecno. Avere Ruby in casa vuol dire assecondare capricci da star – pagamento in anticipo, solo cash please – e trovarsi a fatturare qualcosa come il 40 per cento in meno. 

Nel Pdl spuntano le voci critiche.

Per la prima volta il Pdl è costretto alla marcia indietro nella sua battaglia contro i magistrati a difesa del premier. La manifestazione convocata ieri da Silvio Berlusconi per il 13 febbraio contro le toghe è stata oggi prima ridimensionata, poi annullata. Segno che non tutti, all’interno del partito, sposano la linea dettata dal Capo. Il primo a uscire allo scoperto, oggi, è stato l’ex ministroGiuseppe Pisanu, che in un’intervista al Corriere della Sera è stato presentato come “voce critica del Pdl”. Pisanu si è espresso chiaramente: “Il Cavaliere chiarisca davanti ai giudici”. E, per far capire meglio il messaggio, ha aggiunto: “Su Fini e la casa di Montecarlo solo forzature”. Ma non è tutto, perché nel primo pomeriggio Pisanu è entrato a gamba tesa proprio sull’iniziativa anti pm: “Non condividerei una manifestazione del Pdl contro la magistratura”.

sabato 29 gennaio 2011

Santoro: “Il 13 febbraio manifestazione davanti al tribunale di Milano”

Segnatevi questa data, 13 febbraio. Milano torna a fare la Capitale morale. Senza bandiere né simboli di partito, davanti al Tribunale che indaga su Silvio BerlusconiLele MoraEmilio FedeNicole Minetti: tutti in piazza per difendere l’indipendenza della magistratura, della libertà d’espressione e dei valori fondamentali della Costituzione nata dalla Resistenza. L’appello è firmato da Michele SantoroBarbara Spinelli e Marco Travaglio.